Tutto può succedere 2: il segreto del successo di una fiction di qualità
Le fiction Rai ultimamente stanno mietendo ottimi riscontri in fatto di ascolti. Merito di una direzione lungimirante e di una proposta, finalmente, di qualità.
E quando la qualità non manca il pubblico risponde, sempre. Dovrebbero averlo capito da tempo. Ma in questo caso possiamo dire meglio tardi che mai. Un esempio eclatante è la serie Tutto può succedere. Si tratta di una fiction Rai proposta sulla base di Parenthood, una serie televisiva statunitense di genere family drama trasmessa in sei stagioni tra il 2010 e il 2015 dalla NBC.
Non si tratta però solamente di una copia. La fiction funziona bene perché è stata adattata alla realtà italiana. Una famiglia di quattro fratelli, con mogli e figli, due genitori capostipite della generazione. Una Roma chiassose e autenticamente italiana. Ecco il perché del successo di una fiction che porta in scena, finalmente, la normalità. Una normalità vera, autentica, che non nasconde la difficoltà di figli adolescenti o bambini con forse di disabilità. Non mancano i litigi, veri, tra coppie o tra genitori e figli.
Non mancano i tradimenti, le lamentele, i pranzi tra fratelli e anche la vita quotidiana, la spesa, la scuola, il lavoro, le domeniche insieme. Una normalità che fa bene al cuore. Anche perché viene magistralmente esaltata da attori di grande spessore. Accanto a figure di spicco del cinema nostrano come Licia Maglietta o Pietro Sermonti, ci sono volti giovani, nuovi, ma di grande talento. Molto promettenti sono ad esempio Matilda De Angelis o Benedetta Porcaroli.
Tutto può succedere da due settimane ha ripreso il suo appuntamento settimanale con le nuove puntate dell’attesissima seconda serie. Un appuntamento seguitissimo, da giovani e meno giovani, da chi una famiglia la desidera e da chi vuole rileggere le vicende della propria nelle trame della fiction. Siamo contenti di dire che fare fiction per bene si può, anche e soprattutto in Italia, nella televisione pubblica.